Cari Associati, cari Colleghi,
facciamo seguito alla nostra “COVID 19 Alcuni chiarimenti “del 13/03/2020 per rimarcare alcuni semplici concetti.
L’occasione ci viene dalle ripetute richieste di spiegazioni riguardo sia la “disinfezione” degli impianti aeraulici, sia la “disinfezione dei locali, degli ambienti” che giungono anche da alcuni associati.
La richiesta è più o meno la stessa: “posso/va bene? / è corretto?….. posso disinfettare tramite UTA? … con UTA in funzione posso effettuare l’immissione del prodotto disinfettante mediante nebulizzatori/aerosolizzatori. Che prodotti posso utilizzare? In che dosaggio? Posso effettuare la disinfestazione??? Ecc.”
Ribadiamo come ferma premessa quanto già espresso nella citata nota:
Roma, 19/03/2020
“Si ricorda che la disinfezione degli ambienti non è un’attività contemplata nel nostro Protocollo e non è oggetto dello scopo di intervento e delle azioni che l’associato può compiere con il marchio AIISA e NADCA. Si auspica che se un Associato svolge anche l’attività di disinfezione degli ambienti lo faccia avendo le necessarie competenze e sempre con il massimo della professionalità.
Per la tutela dei lavoratori, dei vostri dipendenti e comunque di tutto il personale, ogni Associato deve aggiornare il proprio DVR per il rischio da agenti biologici legati al COVID 19
(AIISA ha inoltrato apposita nota proponendo un METODO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA INFEZIONE DA CORONAVIRUS IN AMBIENTE DI LAVORO E INDIVIDUAZIONE DELLE RELATIVE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE) e definire le opportune procedure di lavoro, DPI, misure di contenimento e compartimentazione. E tutti gli operatori devono essere
correttamente formati all’utilizzo dei DPI necessari.”
AIISA ha più volte segnalato la necessità di PULIRE prima di DISINFETTARE.
La disinfezione dell’impianto può essere svolta SOLAMENTE dopo l’avvenuta pulizia meccanica dell’intero sistema (si veda il Protocollo Operativo)

Si raccomanda ai Soci di non gestire le proprie attività in questo periodo approfittando dello stato d’animo di paura e smarrimento del mercato,etica e professionalità devono contraddistinguere ogni singolo associato, nessuno deve sentirsi immune da questa esortazione, non si deve presumere che in questo storico momento tutto sia consentito al fine di vendere un servizio. Ci si rende altresì conto che presentare una resistenza al Cliente che richiede la DISINFEZIONE, spiegandogli quale sarebbe la corretta prassi da seguire potrebbe rischiare di far perdere la commessa stessa, il Cliente percepisce uno stress, è più semplice accontentarlo nebulizzando una bella quantità di perossido, o altri principi attivi.
Questa operazione da un lato tranquillizza il Cliente, in realtà però andiamo a creare una Falsa illusione di sicurezza, e lo sappiamo tutti, almeno i professionisti di AIISA non possono non saperlo.
La falsa sicurezza fa abbassare la guardia, ed inoltre non risolve il problema, ed in alcuni casi lo può peggiorare
Riteniamo utile ricordare alcune non esaustive motivazioni tecniche DA RIPORTARE AI PROPRI CLIENTI PER SPIEGARE IL PERCHE’ NON SI DEVE EROGARE UN PRODOTTO NELL’IMPIANTO SENZA AVER PRIMA PULITO O AVER ISPEZIONATO E VERIFICATO CHE SIA PULITO (e proporre pertanto sempre l’ispezione tecnica e al bisogno la pulizia):
• la soluzione chimica ristagnando tra le sedimentazioni di sporco perde rapidamente efficacia mantenendo però l’umidità che a contatto con lo sporco crea proprio le migliori condizioni per una nuova proliferazione (soprattutto di MUFFE) Dove prima magari non c’era.
• esiste inoltre il problema della RESISTENZA, le forme batteriche che non vengono distrutte dal Biocida reagiscono diventando più forti e progressivamente più resistenti a quel tipo di attacco chimico a quel tipo di principio attivo.
• tecnicamente si può spiegare anche che il flusso d’aria così propagato non lascia un tempo di contatto sufficiente a concentrazioni così basse per effettuare un abbattimento significativo dei batteri, alcuni dei quali alcuni sono anche SPORIGENI, CIOE’ PROTETTI da un involucro NATURALE e che rimangono DORMIENTI in uno stato definito EMIVITA fino a che non si erano le condizioni per risvegliarsi riprodursi, replicarsi e diffondersi.
• non è possibile garantire che il flusso d’aria contenente la soluzione disinfettante possa entrare in contatto (e rimanerci il tempo necessario) su tutta la superficie interessata.
nelle curve delle condotte, negli stacchi, o dove sono presenti componenti in linea si crea una sorta di rimbalzo/rotore che rallenta il flusso primario, quello che segue rallenta accumula le particelle di liquido presenti nel fogging, creando pericolosi ristagni di chimico
• siccome la maggior parte dei disinfettanti possiede un Ph Acido o comunque anche se Basico, corrosivo, i ristagni di liquido corrodono il metallo favorendo la formazione di ossido di ferro (ruggine) la superficie diventa porosa e si crea un altro terreno di ancoraggio che poi attraverso la volatilità dell’ossido di ferro sotto forma di microparticolato va in circolo trasportando (airborns) le molecole di vario genere.
• esiste inoltre anche il rischio di diffusione dei locali di una quantità esagerata di sostanze BIOCIDE che possono creare conseguenti fenomeni di reazione allergica alle persone.
Noi tutti dobbiamo con competenza e responsabilità contribuire al contenimento della diffusione del Virus e quindi al mantenimento del valore primario della salute.

Il Comitato Direttivo di AIISA