Indoor Air Quality, un obiettivo raggiungibile e auspicabile
(ma con solo rigore metodologico e gioco di squadra)

Indoor Air Quality (IAQ) o qualità dell’aria interna agli edifici. La pandemia ha chiamato in causa gli impianti aeraulici: la diffusione del contagio via aerosol è ormai un fatto conclamato. Ma per contrastarla o più ampiamente tutelare la IAQ in ambiente confinato servono metodi rigorosi, che prevedano progetto, installazione, manutenzione e sanificazione effettuati in modalità sinergica e con regole precise. La realizzazione deve essere sostenibile nel tempo e assicurare costanza di efficacia e prestazioni. Su questo punto massimo accordo fra AICARR, Assofrigoristi e AIISA, le associazioni che presidiano la materia nel suo sviluppo dal disegno dell’impianto alla sua gestione sul campo.

Padova – Roma, 13 aprile 2022 – La gestione e il miglioramento della qualità dell’aria negli spazi confinati sono risultati conseguibili, ma serve un lavoro di squadra e una chiara e definitiva acquisizione di consapevolezza: non è una singola tecnologia, un unico metodo progettuale, una sola modalità di installazione o una pratica “burocratica” della sanificazione a risolvere il problema della IAQ.

Serve la massima collaborazione e il massimo dialogo che permetta a professionisti, tecnologie e strumenti diversi di fare ognuno la propria parte e dare un valore aggiunto reale nella ricerca di un comfort termico e requisiti minimi di qualità e salubrità dell’aria negli ambienti interni. L’attuale pandemia ci ha una volta di più messo di fronte all’evidenza che gli impianti di trattamento dell’aria non devono garantire solo le migliori condizioni di temperatura, umidità, quantità e purezza dell’aria ma devono assicurare agli occupanti il buon stato di salute legato all’aria respirata.

Inoltre, il Covid-19 ha messo il mondo davanti a un dato di fatto: i medicinali non bastano a contenere la diffusione del contagio ed è necessario diluire il rischio di trasmissione con la ventilazione degli spazi chiusi. Il punto chiave ormai acclarato è che la diluizione del fattore di contagio avviene attraverso il ricambio dell’aria. In molti hanno attirato l’attenzione sulla potenzialità costituita dal valore della Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) per ottenere il ricambio d’aria e la sua corretta filtrazione mantenendo le condizioni termoigrometriche necessarie per generare un comfort complessivo, che risulterebbe penalizzato dalla semplice apertura (là dove possibile) delle finestre.

Ne deriva che gli impianti esistenti di Ventilazione Meccanica Controllata devono essere progettati, controllati e manutenuti (dal punto di vista meccanico per il corretto funzionamento e dal punto di vista della salubrità definendo i corretti protocolli di sanificazione) alla luce di indicazioni progettuali precise che definiscano i volumi di ricambio necessari a creare la massima efficienza ed efficacia termica ed igienica per gli occupanti lo spazio confinato.

“Siamo certi che molto si può fare se all’impiantistica aeraulica e alla sua rigorosa e corretta gestione verrà riconosciuto il ruolo concreto e sostanziale che può esercitare. – ha dichiarato Filippo Busato, Presidente AICARR – Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento e Refrigerazione che raggruppa e rappresenta da oltre sessant’anni la progettazione – Il mondo dei progettisti ha da un lato il compito e dall’altro il diritto di fare la propria parte per generare una procedura di uso delle tecnologie esistenti a servizio di una migliore Indoor Air Quality.”

“Dobbiamo lavorare in massima sinergia, per ricevere progetti “installabili e manutenibili” in chiave IAQ e realizzarli e mantenerli in efficienza al fine del miglioramento della qualità dell’aria – aggiunge Fabio Brondolin, Presidente di Assofrigoristi, Associazione Italiana Frigoristi (che da quasi vent’anni sviluppa cultura e formazione nel settore dell’installazione di impianti di refrigerazione e di climatizzazione) – la categoria sarà orgogliosa di poter dare il meglio per creare una nuova normalità che tragga beneficio da impianti “intelligenti” e ben gestiti.”

“È necessario progettare, realizzare e gestire gli impianti affinché possano essere facilmente e correttamente ispezionati e sanificati in modo tale che i nostri professionisti possano fare al meglio il lavoro, nel rispetto dei ruoli e in massimo spirito di collaborazione. La stessa parola “Sanificare” deve diventare lessico comune di progettisti, impiantisti, manutentori e igienisti aeraulici – conclude Gregorio Mangano, Presidente di AIISA, Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici (che da più di vent’anni raduna gli specialisti delle attività di sanificazione degli impianti aeraulici sul territorio italiano) – per assicurare a chi attua protocolli di ispezione e sanificazione di comprovata efficacia la corretta qualità dell’aria.”

Le tre associazioni hanno intrapreso un lavoro di predisposizione di una prassi operativa condivisa che dia al lavoro delle tre categorie rappresentate un unico obiettivo e una massima efficacia nella condivisione dello scopo e delle regole di lavoro valide per quell’oggetto, l’impianto aeraulico, che vede protagonisti della sua utilità tutti e tre i soggetti rappresentati, progettista, installatore-manutentore e personale tecnico competente nella ispezione e sanificazione di impianti aeraulici.